Il cavaliere di bronzo by Fedor Galiazzo

Il cavaliere di bronzo by Fedor Galiazzo

autore:Fedor Galiazzo [Galiazzo, Fedor]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9781530131976
Amazon: 1530131979
editore: lulu.com
pubblicato: 2016-02-19T00:00:00+00:00


CAPITOLO XIV

Cominciava a diventare notte fonda, Domiziana stava nascosta nell’anfratto dove l’aveva portata a ripararsi Devon quando sentì uno scalpitio di zoccoli avvicinarsi. Trattenne il respiro e aprì solo un occhio, dal quale vide, più o meno, un cavallo. Tentò di stringersi ancora di più nello spazio già stretto ma fu inutile, vide il muso sempre più vicino, e dopo qualche secondo allontanarsi” C’è una bambina qui” urlò il cavallo con voce stridula. Domiziana aprì tutti e due gli occhi senza capire, certo si aspettava un tono molto più virile e cavernoso. Si sporse per capire meglio che succedeva, e vide arrivare una figura di uomo incappucciato, era talmente scuro che sembrava fosse un pezzo stesso della notte nel bosco. Cercò di soffocare la sua paura e tornare a stringersi come prima, ma quell’essere era più veloce di lei, non ci poteva credere di stare a così pochi centimetri dal terrore della città, il cavaliere di bronzo. Sentì che stava dicendo qualcosa, ma non capì neanche una parola, il suo cuore aveva accelerato improvvisamente i battiti, se lo sentiva uscire dal petto, e fu quello, assieme alla paura crescente, che la fece venir meno.

Quando si svegliò sentì dondolare sotto di sé, e pensò fosse la sua vista a traballare, ma poi guardò meglio, e vide che era su un cavallo. Poi sentì anche qualcuno che cantava in maniera molto approssimativa, sempre il cavallo, e per ultimo, il particolare più inquietante, vide due gambe nelle staffe e qualcosa che la sorreggeva, erano in due a cavalcare, e l’altro non poteva essere che il cavaliere. Tentò di muoversi e toccò le mani di chi era dietro di lei, che la tenevano stretta “ Tranquilla, o rischi di cadere” le disse una voce maschile, ma lei non ebbe il coraggio di voltarsi, neanche di sbirciare chi era stato a parlarle. Dopo pochi metri si fermarono e il cavaliere chiese al cavallo di abbassarsi per far scendere meglio la bambina. Domiziana toccò terra e sentì un calore arrivare da poco lontano, ma si accasciò sulle ginocchia, ancora provata per lo spavento. Delle mani le sfiorarono i capelli per tirargli delicatamente indietro, infine il cavaliere le fece appoggiare la testa sul suo braccio e la tamponò con un panno fresco: Domiziana fu costretta a guardarlo in faccia, il fuoco acceso poco lontano si rifletteva su quel viso: era di bronzo proprio come avevano detto e questo lo rendeva molto inquietante, ancora di più da vicino, ma i suoi occhi brillavano. Il cavallo guardava di fianco a loro” Si dev’ essere molto spaventata” mormorò” E’ una degli umani di cui parlava papà … e anche il resto di Gavelle” continuò. Il cavaliere non aveva smesso un attimo di rinfrescarla, e Domiziana non riusciva a staccare gli occhi da lui: la sua espressione non era cambiata neanche per un attimo, era una statua vivente “ Così voi siete la piccola umana, vi chiedo scusa se io e Pavel vi abbiamo spaventato” disse il cavaliere. Pavel? Pavel il



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